“Il dito e la luna”, dove teatro, ricerca e spiritualità si incontrano
Andrea Abdullah Failla, 43 anni, è attore teatrale, doppiatore, insegnante di recitazione e ricercatore spirituale. Lo spunto di questa intervista nasce dal suo ultimo spettacolo, Il dito e la luna, ideato per festeggiare il prossimo 7 luglio, giorno di luna piena molto speciale che in India si celebra col nome di Guru Purnima. È la luna piena del mese di Ashada, un momento che si dice essere mille volte più potente del resto dell’anno per il progresso spirituale di un ricercatore.
Come nasce Il dito e la luna? «L’idea è quella di festeggiare il giorno di Guru Purnima, che si ricorda per l’illuminazione del Buddha: lo spettacolo vuole celebrare la luna di tutti i maestri. Mi sta a cuore sottolineare quanto l’arte sia importante per la ricerca spirituale, e viceversa».
Quindi a cosa hai pensato? «Alla convergenza di quattro arti. Ci saranno testi inediti di un poeta che si è ispirato al tema, a una danzatrice che ha creato una coreografia lunare- Moon embrace- due musicisti che propongono improvvisazioni che evocano l’illuminazione. E un pianista professionista classico che suonerà Al chiaro di luna di Debussy».
Cosa lega questi elementi? «Lo farò io, con monologhi tratti da Il contrabbasso, di Suskin, magnifica storia di un contrabbassista che subisce il fascino di una cantante dalla voce profondamente spirituale. Quando lui la ascolta parlare è come se sentisse il paradiso, quindi ritorna il tema della musica come elemento che aiuta ad elevarsi. Leggerò anche altri brani poetici ispirati ai 100 canti di Kabir».
Cosa ti piace particolarmente di Kabir? «Il fatto che mette insieme due mondi diversi. È conteso sia dagli indu sia dai musulmani, perché nasce indu però crescendo si accosta al Sufismo. Dice, in una poesia, “Sono figlio di Rama ma anche di Allah, e se guardi nel tuo cuore, troverai entrambi”».
La creatività cosa ha a che fare con la spiritualità, nella tua visione? «Una frase dello spettacolo dice “è quando tu non ci sei che dio compare”. Questa è la creatività, farsi da parte e lasciare che qualcosa accada, e celebrare la luna dei maestri mi sembra un buon modo per ricordarselo».